
La crisi economica miete sempre più vittime e le famiglie cercano di trovare il modo per alleviarne gli effetti. Secondo una ricerca dello “Sportello dei diritti”, uno dei primi step per chi inizia ad avere difficoltà e non ha risparmi dove attingere (ed oggi sono la maggioranza degli italiani) è la vendita o forse meglio, la svendita, di oggetti valore per ricevere in cambio moneta contante: la prova è data dal vero e proprio boom che hanno conosciuto i cosiddetti “compro oro” in ogni parte del territorio nazionale.
Ma il più classico dei rimedi delle famiglie italiane nei momenti di stretta economica come quello attuale sarebbe quello di ricorre all’indebitamento: finanziamenti e prestiti – a differenza dei mutui per la casa che vengono erogati con maggiori difficoltà dalle banche in crisi di liquidità e con garanzie che non tutti gli italiani possono concedere – continuano ad essere elargiti mentre si assiste ad una vero e propria esplosione delle richieste di prestito “con cessione del quinto dello stipendio”. “Una pratica assai datata nel tempo che risale addirittura agli albori dell’Unità d’Italia – fa sapere Giovanni D’Agata dello “Sportello dei diritti” – ma che oggi rappresenta una cospicua fetta del mercato totale dei finanziamenti.
Questa forma particolare di prestito personale non è altro che un sistema di pagamento del debito mediante il quale il rimborso del prestito oltre agli interessi ed alle spese avviene per mezzo dell’addebito della rata sulla busta paga o sulla pensione: rata che, come dice il nome stesso non può essere superiore ad 1/5 dello stipendio (o pensione) netto percepito da chi contrae il debito. In tal modo, la banca o l’istituto finanziario erogante è garantita dal prelievo diretto dallo stipendio o dalla pensione che verranno quindi pagati dall’azienda per la quale si lavora, o nel caso della pensione, dall’ente previdenziale, ed il prestito sarà estinto attingendo in maniera automatica e graduale dalla busta paga o pensione stessa.
La crescita esponenziale di questa “formula” sta proprio nel fatto che la trattenuta alla fonte riduce il rischio di mancato pagamento con la conseguenza che è più semplice ottenerlo anche da parte di chi non possiede i requisiti per ottenere prestiti personali o ha subìto protesti.
Chiaramente gli autonomi e le imprese non possono accedervi per definizione non avendo uno stipendio o una pensione. Proprio perché si tratta a tutti gli effetti di un prestito, sussiste la possibilità di estinzione anticipata dello stesso e quindi prima della scadenza del contratto, senza alcuna penalità.